Langhe-Roero e Monferrato
Primo sito UNESCO d'Italia - Patrimonio Mondiale dell'Umanità per i Paesaggi Vitivinicoli
Un paesaggio culturale. Il risultato dell’azione combinata dell’uomo e della natura
Questo è l'incipit che si può leggere sul sito ufficiale del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato a significare proprio come le colline di questa grande porzione del Sud del Piemonte, sia stata segnata da un miracoloso lavoro dell'uomo che ne ha reso unico il panorama.
Oltre alle splendide colline, ai vitigni che ne disegnano come un tratto di china, è una terra famosa in tutto il Mondo per i suoi grandi vini rossi: dal Re dei Vini, il Barolo, al Principe Barbaresco, entrambi ottenuti dal sapiente invecchiamento dell'uva che regna sovrana in tutto il Piemonte: il Nebbiolo.
E' da questo vigneto unico, autoctono, che con 4 anni di invecchiamento, seguendo il relativo disciplinare, si può ottenere il Barolo se le uve sono coltivate in uno degli 11 piccoli comuni delle Langhe attorno all'omonimo Borgo di Barolo da cui prende il nome: La Morra, Monforte d'Alba, Serralunga d’Alba, Castiglione Falletto, Novello, Grinzane Cavour. Verduno, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi sono interessati solo con porzioni dei loro territori.
Allo stesso modo il Barbaresco si ottiene da un invecchiamento di 3 anni, sempre secondo il relativo disciplinare, con uve provenienti da uno dei 4 comuni attorno ad Alba: Neive, Barbaresco e Treiso, oltre ad una porzione del territorio della stessa Alba, capoluogo delle Langhe e Patria del Tartufo Bianco oltre che del grande vino. Un'eccellenza tutta italiana dell'enogastronomia.
22 Giugno 2014: Ufficiale il 50° sito Unesco d'Italia
La Langa di Barolo
Nove sono in tutto le aree comunali che possono avvalersi delle qualità necessarie alla coltivazione del vitigno Nebbiolo, dal quale, a seguito di un lungo periodo di affinazione in botti di rovere, si ottiene il vino Barolo la cui particolarità gli è valsa una fama oramai di livello internazionale. I comuni della “Langa del Barolo” sono: Barolo, Castiglione Falletto, Diano d’Alba, La Morra, Monforte d’Alba, Novello e Serralunga d’Alba a cui si aggiungono porzioni dei comuni di Cherasco e di Roddi d'Alba. Il pregio internazionale del vino Barolo non si lega esclusivamente all’unicità del suo ciclo produttivo ma discende anche da una lunga tradizione storica che gli valse, nel corso del XIX secolo, il titolo di ambasciatore della Casa Reale dei Savoia nelle corti d’Europa.
Il paesaggio che caratterizza la “Langa del Barolo” è un paesaggio prevalentemente monoculturale, i vigneti si estendono con continuità sui pendii dei versanti collinari, intervallati qua e là da borghi di impianto medioevale dai quali spesso si ergono imponenti castelli. Il binomio che nasce dall’accostamento “vigneto – castello” contribuisce a rendere questo paesaggio unico e le architetture difensive diventano icone di un panorama collinare incomparabile.
Al centro di quest'area, il Borgo di Barolo, dominato dal Castello Marchesi Falletti di Barolo dove tutto ebbe inizio e dove oggi trova sede il Museo Internazionale del Vino, il WiMu.
Le Colline del Barbaresco
Quest'area di soli 4 Comuni dove si può produrre, da disciplinare il vino Barbaresco: Treiso, Barbaresco - da cui prende nome il Vino - Neive e porzione del comune di Alba, famosa anche per il Tartufo d'Alba.
Il borgo di Barbaresco è un insediamento di epoca medioevale sviluppatosi in una posizione dominante rispetto al fiume Tanaro. Inserita in questo pregevole borgo si erge, con i suoi 36 m di altezza, l’imponente Torre sopravvissuta alla distruzione che ha invece interessato il castello medioevale. Contesa per secoli dai comuni di Alba ed Asti per la sua posizione strategica, costituisce oggi uno dei più importanti riferimenti visivi di tutto il comprensorio di Langhe – Roero e Monferrato avvalendosi anche del titolo di torre medievale più grande del Piemonte.
Così come il Barolo anche il Barbaresco viene vinificato in purezza dalle uve di Nebbiolo.
Il Monferrato Casalese degli Infernot
L’area in questione, l'area collinare che fa riferimento a Casale Monferrato, capoluogo del Monferrato per secoli, città d'arte caratterizzata dal Castello e dalle Architetture del periodo di dominazione dei Gonzaga, comprende otto centri urbani minori d’altura caratteristici per l’uso diffuso della “Pietra da Cantoni”, un’arenaria presente unicamente in questa porzione di territorio, nel bacino collinare di Langhe – Roero e Monferrato.
Tali strutture, site al di sotto delle comuni abitazioni e utilizzate per la conservazione delle bottiglie, costituiscono delle vere opere d’arte nate dalla tradizione contadina e dalla perizia di mastri cantonieri, divenendo così la testimonianza di quel “saper fare” di una tradizione passata tramandata attraverso questi manufatti sino ai giorni nostri.
Il sito “Il Monferrato e gli Infernot” comprende anche al suo interno l’ecomuseo dedicato alla lavorazione della “Pietra da Cantoni” e le due maggiori cave, oramai inattive da diversi anni, da cui si estraeva in origine il materiale di partenza.
Il vitigno principale di questo territorio resta sempre il Barbera, vinificato principalmente come Barbera del Monferrato D.O.C. diverso dalla Barbera d’Asti per le differenti tecniche di vinificazione con cui si ottengono i due vini rossi. Un'ottima selezione si può trovare presso l'Enoteca del Monferrato a Vignale Monferrato, una delle prime enoteche regionali sorte in Piemonte.

tipico Infernot del Monferrato Casalese
Nizza Monferrato e il Barbera
La componente “Nizza Monferrato e il Barbera” si colloca nell’Alto Monferrato, nella sua core zone rientrano porzioni dei comuni di Montegrosso, Mombercelli, Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Vaglio Serra e Nizza Monferrato.
L’area situata nella Provincia di Asti è stata selezionata all’interno del territorio del vitigno Barbera, varietà coltivata da oltre 500 anni nel territorio piemontese, racchiudendo nel suo perimetro la porzione territoriale più significativa del sistema produttivo, culturale e paesaggistico della D.O.C.G. Barbera d’Asti anche in versione Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G.
In questo contesto si inserisce la città di Nizza Monferrato considerata la capitale del Barbera dal punto di vista commerciale e promozionale, da sempre fondamentale anche grazie alla sua posizione strategica rispetto alle provincie di Asti e Alessandria.
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Canelli e l'Asti spumante
L’eccellenza del vino Asti Spumante viene rappresentata a pieno da quest'area. È in questo luogo che, grazie ad un continuo miglioramento delle tecniche di coltivazione e lavorazione del vitigno Moscato Bianco, si è dato il via alla storia dei grandi vini spumanti italiani.
Fu, nel lontano 1895, il professore enologo piemontese Federico Martinotti ad applicare per primo il nuovo metodo di vinificazione da cui si ottiene tale vino e che prende il suo nome; si trattò di un primo importante passo verso l’avvio della produzione di spumante piemontese che fu seguito da un continuo affinaggio delle tecniche, tra cui si ricorda l’apporto dell’enologo francese Charmat, che ha portato all’ottenimento dell’attuale pregiato prodotto.
Le architetture dell’area di Canelli sono una testimonianza della capacità di adeguare i luoghi alle trasformazioni ed alle esigenze del ciclo produttivo vitivinicolo. Proprio all’interno del Comune di Canelli si avviò nella seconda metà dell’Ottocento la ricerca di Martinotti: all’interno di spazi chiamati volgarmente “Cattedrali Sotterranee”, si avviarono le prime spumantiere del comprensorio. Si tratta di ampi spazi sotterranei, caratterizzati da ambienti voltati con mattoni faccia vista, che devono la loro forma e distribuzione degli spazi ai procedimenti di lavorazione del vino spumante.

Un esempio di "Cattedrale Sotterranea" a Canelli.
Il Castello di Grinzane Cavour
Il castello rappresenta una testimonianza unica per la storia della viticoltura piemontese. Nel corso del XIX secolo, il castello venne acquistato dallo statista Camillo Benso Conte di Cavour che curò in prima persona le sperimentazioni sulla qualità dei vini che divennero successivamente i maggiori vini rossi piemontesi.
Il castello, sentinella del borgo di Grinzane Cavour, si erge da un poggio rilevato dal crinale compreso tra il comune di Diano d’Alba e la valle del fiume Talloria presso Gallo d’Alba. Il reperimento di informazioni circa la “posa della prima pietra” risulta assai difficile a causa delle scarse informazioni che si trovano sui trattati storici. Secondo molti storici la costruzione del nucleo originale, costituito dalla torre centrale a base quadrata, risalirebbe al XIV secolo.
Attualmente, il castello e la sua collina rappresentano un polo d’eccezione per la conoscenza e la valorizzazione della cultura vitivinicola dell’intero comprensorio di Langhe-Roero e Monferrato ospitando infatti la prima Enoteca Regionale del Piemonte e uno dei più completi musei etnografici di tradizione vitivinicola della regione.

Il Castello di-Grinzane Cavour Sito Unesco nel cuore delle Langhe del Barolo
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